Altri scritti

La Psicoanalisi n. 55, 2014, Casa Editrice Astrolabio, 278 pagine, EAN 9788834016831
La Psicoanalisi - Altri scritti
Nota editoriale di Antonio Di Ciaccia

Altri scritti

La pubblicazione della traduzione in italiano del volume Altri scritti di Lacan ha fornito l’occasione per una giornata di studio all’Istituto freudiano di Roma. I diversi autori hanno elaborato il proprio intervento prendendo spunto da una frase estrapolata da uno dei testi contenuti nel volume. Interventi che potrete leggere in questo numero de La Psicoanalisi.

Il testo di Lacan qui pubblicato è l’intervento che egli fece il 5 gennaio 1977 come Apertura della Sezione clinica di Parigi, la quale è stata per lungo tempo l’unica e poi la capostipite di una serie di Sezioni cliniche, ora tutte poste sotto l’egida dell’Università popolare Jacques Lacan diretta da J.-A. Miller.

Lacan situa la formazione dei suoi allievi su due assi: il primo concerne il “divenire” psicoanalista, il secondo riguarda il “sapere” dello psicoanalista. La formazione che concerne il “divenire” psicoanalista avviene secondo il modello di una psicoanalisi freudiana. Lacan ne ha affidato il compito alla sua Ecole per sottolineare il valore precipuo di formazione: un analista è sempre un analizzante in formazione. In Italia questo compito è svolto dalla Scuola lacaniana di psicoanalisi.

La formazione che concerne il “sapere” che lo psicoanalista deve acquisire è invece compito specifico della Sezione clinica.

Due anni prima la presente Apertura Lacan aveva già dato un testo programmatico, che era servito da ouverture al primo numero di Ornicar?, rivista dello Champ freudien. Sotto il titolo, Forse a Vincennes…, c’era l’indicazione “Proposta di Lacan”. Scriveva Lacan: “Forse a Vincennes si aggregheranno gli insegnamenti in merito ai quali Freud ha formulato che l’analista debba trarne appoggio, per dare ulteriore supporto a ciò che ha tratto dalla propria analisi: cioè per sapere non tanto a che cosa questa è servita, ma di che cosa si è servita”. 0 E in questa occasione egli pone, nel novero degli insegnamenti indispensabili, la linguistica, la logica, la topologia e l’antifilosofia.

Nell’Apertura della Sezione clinica che qui presentiamo Lacan non riproprone una lista di saperi con cui lo psicoanalista deve cimentarsi, ma mette in luce la tessitura che si articola tra la clinica psicoanalitica, i diversi saperi e il sapere dell’inconscio. Alcune affermazioni lasceranno il lettore sbalordito, come questa: “L’inconscio […] non è di Freud, devo dirlo, è di Lacan. Ciò non impedisce che il campo sia freudiano”. 0 Oppure la seguente: “Non sono molto incline stasera a dire che quando si fa psicoanalisi, sappiamo dove andiamo. La psicoanalisi, come tutte le altre attività umane, incontestabilmente partecipa dell’abuso. Si fa come se si sapesse qualcosa. Non è tuttavia sicuro che l’ipotesi dell’inconscio abbia più peso dell’esistenza del linguaggio”. 0

Tutto sommato Lacan propone che il compito della Sezione clinica sia quello di mettere in questione il sapere dello psicoanalista, vale a dire “sia un modo di interrogare lo psicoanalista, di spingerlo a dichiarare le sue ragioni”. Formulazione che metterei in parallelo con quanto Lacan considera il compito che ha lo psicoanalista nella direzione della cura. Già negli anni ’60 egli scriveva: “Dobbiamo penare per far capire, in un ambiente infatuato del più incredibile illogismo, che cosa comporti interrogare l’inconscio come facciamo noi, cioè fino al punto in cui esso dia una risposta non dell’ordine del rapimento o dell’atterrimento, ma una risposta in cui “dica perché”. Se noi conduciamo il soggetto da qualche parte, è appunto a una decifrazione che suppone già nell’inconscio questa sorta di logica […]. 0

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Sommario

Jacques Lacan

Apertura della Sezione clinica

Jacques-Alain Miller

Il filo del fantasma

Antonio Di Ciaccia

Introduzione a Presentazione degli Altri scritti all’Istituto freudiano

Michele Cavallo

“Il fatto che il soggetto si appoggi su un cielo stellato e non solamente sul tratto unario per la sua identificazione fondamentale spiega che non possa prendere appoggio che sul tu [...]” (Lituraterra, pp. 17-18)

Roberto Cavasola

“Resta il fatto che un uomo si fa L’uomo ponendosi come l’Uno-tra-altri, centrandosi tra i propri simili” (Prefazione a Risveglio di Primavera, p.554)

Laura Storti

“Così l’universale di ciò che esse desiderano è della follia: tutte le donne sono folli, come si dice. È anche per questo che non sono tutte, cioè non folli-del-tutto, ma piuttosto accomodanti: al punto che non ci sono limiti alle concessioni che ciascuna fa a un uomo: del suo corpo, della sua anima, dei suoi beni” (Televisione, p. 534)

Elisabetta Spinelli

“Rapimento - questa parola è per noi un enigma. È oggettivo o soggettivo, determinandolo Lol V. Stein? Rapita. Si evoca l’anima e a operare è la bellezza. Da questo senso a portata di mano ci si sbroglierà come meglio si può, con il simbolo” (Omaggio a Marguerite Duras, del Rapimento di Lol V. Stein, p. 191)

Sergio Sabbatini

“Non sarò io a vincere, ma il discorso che servo. Ora dirò perché” (Lo stordito, p. 473)

Céline Menghi

“L’analista si autorizza soltanto da sé, questo è ovvio” (Nota italiana, p. 303)

Ezio De Francesco

“Il soggetto supposto sapere è per noi il perno a partire da cui si articola tutto ciò che riguarda il transfert” (Proposta del 9 ottobre sullo psicoanalista della Scuola, p. 246)

Nadia Fusini

“Joyce non è un santo. Joysce troppo dell’S.Ca.bello per esserlo, della sua arte ha un art-goglio smisurato” (Joyce il Sintomo, p. 559)

Felice Cimatti

“Faccio notare che, da quando ex-siste, la psicoanalisi è cambiata. Inventata da un solitario, incontestabile teorico dell'inconscio [...]” (Prefazione all'edizione inglese del Seminario XI, p. 563) ...

Amelia Barbui

“[...] L’inconscio, ovvero reale” (Prefazione all'edizione inglese del Seminario XI, p. 563)

Massimo Termini

“[...] ora la psicoanalisi si pratica in coppia” (Prefazione all’edizione inglese del Seminario XI, p. 563)

Manuela Fraire

Note a margine

Presentazione degli Altri scritti alla Casa delle Traduzioni

Nadia Fusini, Antonio Di Ciaccia

Il Lacan che Joysce. Tradurre Lacan

Interventi di Diplomati dell’Istituto freudiano

Silvia G. Cimarelli

Sulla nominazione via sinthomo. L’errore di base del nodo di Joyce e la schizofrenia

Chiara Pigni

Dalla disabilità al soggetto: l’importanza del lavoro in rete

Vincenzo Lago

Il sembiante tra psicoanalisi e cinema

Manuela Simone

Presentazione di “Strano” fra skate e Cuore: un soggetto fra due oggetti

Beatrice Bosi

Rosa: la scrittura di un nodo

Lacan e il suo insegnamento

Jacques-Alain Miller

L’Essere e l’Uno (2010-2011, lezioni XI, XII)

Fabio Galimberti

Proteggimi da ciò che voglio

Anne Lysy

Che cosa è diventato il sogno di una donna

Luisella Mambrini

Cristina Campo con Lacan sullo stile e lo stilo

Alfredo Zenoni

Preservare il posto del desiderio