Testimonianze di passe

La Psicoanalisi n. 47/48,2010, Casa Editrice Astrolabio, 316 pagine, EAN 9788834015933
La Psicoanalisi - Testimonianze di passe
Nota editoriale di Antonio Di Ciaccia

Testimonianze di passe

La passe è il merito di questo numero della rivista. Ogni AE (Analyste de l’Ecole, titolo a cui si accede tramite la passe e che viene accordato su decisione del cartello che ha ricevuto dai due passeurs la testimonianza del passant) parla a nome proprio. Non c’è un manuale che faciliti la nomina ad AE per uno psicoanalizzante che desideri farsi passant della propria analisi. Non c’è un manuale, non ci sono standard per diventare analista. Eppure ci sono degli AE, degli analisti che, dopo la passe e a causa di essa, sono riconosciuti come tali dalla Scuola Una. Parlo della Scuola Una poiché è un titolo che, sebbene venga conferito solo da uno dei cartelli delegati a questo scopo, è riconosciuto come tale da tutte le Scuole del Campo freudiano. E dalla Scuola Una viene richiesto che, per il periodo temporaneo di tre anni in cui è fregiato di questo titolo, ogni AE insegni su che cosa l’esperienza psicoanalitica gli abbia apportato e in che modo egli possa contribuire nell’elaborazione della teoria e nell’operatività della pratica psicoanalitica.

In questo numero La Psicoanalisi riporta dunque delle testimonianze di AE pronunciate in occasione dell’ultimo Congresso dell’Associazione Mondiale di Psicoanalisi che si è tenuto a Parigi in aprile del 2010. Il lettore potrà apprezzare, nel racconto delle varie passe, l’implicazione degli AE: di tutti e di ciascuno, uno per uno. Sempre a proposito della passe il testo di Jacques-Alain Miller porterà al lettore lumi supplementari. Abbiamo poi pensato di riportare, oltre ad altri interventi, tutte le comunicazioni pronunciate dai Colleghi italiani nel corso del medesimo Congresso.

Come avviene fin dal suo primo numero, anche in questo numero della rivista viene riportato un testo di Lacan. Si tratta di un breve intervento da lui pronunciato durante la discussione che aveva fatto seguito alla comunicazione di Serge Leclaire sull’oggetto a nel corso delle Journées dell’Ecole freudienne de Paris del maggio del 1971. Si tratta, a mio parere, di un vero gioiello. Pierre Malengreau vi ha dedicato un commento, che riportiamo più avanti. Facciamo tuttavia qualche puntualizzazione.

L’intervento di Lacan parte dall’oggetto a, ma tutta la sua argomentazione ha come fulcro un altro punto: si tratta della vera faglia beante che costituisce l’essere parlante in quanto tale. Tale faglia fa sì che la domanda che intercorre tra il soggetto e l’altro (diciamo tra il bambino e la madre, per rendere più incarnato il discorso) si imponga con un carattere di imperiosa necessità, ma rivela anche la radicale inadeguatezza della domanda. Lacan in questo breve testo non lo dice, ma proprio per questo motivo ogni domanda è domanda d’amore, poiché l’amore è ciò che verrà a colmare la mancanza. La faglia però resta intatta.

Secondo punto. Lacan sottolinea che l’oggetto a non è una sua invenzione ma una costruzione che egli ha ripreso da Freud, e ricorda che l’importanza di quest’oggetto è capitale non solo per quanto riguarda la funzione della domanda e quella del desiderio, ma anche a causa dell’isoformismo che egli reperisce tra l’oggetto a e la posizione dell’analista nell’esperienza psicoanalitica. Posizione che egli aveva già precisato nel matema del discorso dell’analista che aveva messo in musica nel seminario svolto nel 1969-1970, Il rovescio della psicoanalisi (Einaudi).

Terzo punto. In questo intervento, Lacan fa un netto riferimento al seminario che egli sta tenendo, Di un discorso che non sarebbe del sembiante (Einaudi).

La lezione, che Jacques-Alain Miller, quando ha stabilito il testo, ha intitolato “L’uomo e la donna e la logica”, è del 19 maggio 1971, ossia di qualche giorno dopo le Journées. Un passo ci interessa particolarmente. Lacan riprende la faglia beante, aperta come una forbice, ovvero come una V. Si tratta dunque di una struttura triplice che non si richiude: si tratta della triade della domanda, dell’articolazione desiderante e dell’oggetto a; si tratta della triade del sembiante, della verità e del godimento; si tratta, infine, della triade che si istituisce tra l’uomo, la donna e il fallo. Ora, è proprio grazie e per la virtù del fallo - che è un terzo che però non funziona da medium - che tra l’uomo e la donna la faglia resta beante. Il che permette a Lacan di enunciare il suo famoso aforisma “non c’è rapporto sessuale”, ossia che non c’è matema possibile del rapporto tra l’uomo e la donna, ma contemporaneamente gli permette di affermare che questa faglia è velata e coperta da ogni parola d’amore.

Sommario

Jacques Lacan

Intervento sull’“oggetto a nella cura”

Jacques-Alain Miller

La passe del parlessere

Testimonianze di passe

Angelina Harari

Coppie al singolare

Sérgio Passos Ribeiro de Campos

La birichinata del sinthomo

Gustavo Stiglitz

Buongiorno Scuola Una

Sergio Caretto

L’uomo retto

Patricia Bosquin-Caroz

Una “a-morosa”

Silvia Salman

Animare l’amore

Anne Lysy

“Devi andarci!”

Leonardo Gorostiza

La solidità di un vuoto

Céline Menghi

“La vita è come una gentil donna. Bisogna lasciarla vivere”

VII Congresso dell'AMP - Parigi 2010

Pierre Malengreau

Bordo di sembiante

Massimo Termini

La funzione di un bordo

Miquel Bassols

Il fallo e le sue cifre

Rose-Paule Vinciguerra

Il fallo, residuo che verifica

Carmelo Licitra-Rosa

A passeggio con l’inconscio dopo la passe

Martin Egge

Ti ci sei messo un po’ tardi

Raffaele Calabria

Passo dopo passo verso la mia passe

Giorgia Tiscini

Una formula (V4 L2)

Maria Antonella Del Monaco

A partire dall’inconscio

Alfredo Zenoni

L’Altro come attaccapanni

Giovanni Lo Castro

Il transessuale: tra sembiante e sinthomo

Marco Focchi

Tutto ma questo no!

Chiara Mangiarotti

Lettera a Unica Zürn

Fabio Galimberti

La scrittura di Jean Genet

Lacan e il suo insegnamento

Jacques-Alain Miller

L’inconscio reale (2006-2007 lezione X, XI)

Jacques-Alain Miller

L’invenzione del delirio

Alfredo Zenoni

Sembiante di aldilà

Stefania Marinelli

A proposito di Quando la psicoanalisi scende dal lettino

Claudio Strinati

L’intuizione di Lacan su un dipinto del Bramantino

Interventi di Diplomati dell'Istituto Freudiano

Nicola Purgato

La fortezza piena

Emanuela Radi

Storia clinica della follia dal Medioevo ai nostri giorni