Considerazioni sull’io

La Psicoanalisi n. 11,1992, Casa Editrice Astrolabio, 228 pagine, EAN 9788834010648
La Psicoanalisi - Considerazioni sull’io
Nota editoriale di Antonio Di Ciaccia

Considerazioni sull’io

Estratto dalla nota editoriale

“Considerazione sull’io” è il testo di una conferenza di Lacan letta in inglese alla British Psycho- Analytical Society il 2 maggio 1951. Esso riprende con alcune varianti la terza parte del “Discorso sulla causalità psichica”, del 1946, pubblicato nel 1966 negli Scritti.

Il tema dell’io è centrale in Lacan.

Come l’io si costituisce? Lacan forgia lo stadio dello specchio per rendere conto del rapporto tra il bambino e la sua immagine, che, pur essendo la sua, è anche quella di un altro.

Di che è costituito questo io? Lungi dal fare dell’io l’elemento unificante e unificato, Lacan rivela che l’io non è che un’accozzaglia di identificazioni immaginarie. E nel termine di imago Lacan sintetizza le sue due componenti essenziali: un’immagine sensibile e un insieme ai tratti organizzati.

Ma la sola imago non rende ragione né della costituzione dell’io né di ciò che lo costituisce. Solo attraverso la disgiunzione del simbolico e dell’immaginario è possibile a Lacan stabilire una disgiunzione correlativa tra la funzione simbolica dell’io e la funzione immaginaria dell’io.
Questa disgiunzione è centrale nel Seminario II dal titolo L’io nella teoria di Freud e nella tecnica della psicoanalisi, recentemente pubblicato in traduzione italiana da Einaudi.

Ma in che consiste questo simbolico?
Il simbolico non è il simbolo, che rinvia all’immagine come accade nell’archetipo junghiano. Il simbolico è costituito da due versanti: quello della parola e quello del linguaggio. Questi due versanti sono presenti nell’insegnamento di Lacan, scandendone la temporalità.

In un primo tempo Lacan privilegia il simbolico della parola.
È la parola piena che il soggetto cerca in analisi, è la parola che lo pacifica ed è tramite la parola che vuol essere riconosciuto come desiderante.

In un secondo tempo Lacan privilegia il simbolico del linguaggio. Si tratta dell’ordine simbolico, che è un insieme diacritico di elementi discreti. Il simbolico inteso così è una struttura articolata, combinatoria e autonoma. Qui il soggetto non è costituente, ma costituito. E il suo desiderio non vuol essere riconosciuto, ma interpretato.

Nel corso del suo insegnamento Lacan sposta l’accento dal primo versante al secondo, sebbene li articoli nel concetto di catena significante.

È nella catena significante che l’io, pur stabilendo rapporti con il proprio simile, ritrova la verità del suo discorso nell’Altro, che non è solo l’Altro della parola, ma è anche l’Altro del linguaggio. L’Altro, di cui l’inconscio è il discorso.

Sommario

Jacques Lacan

Considerazioni sull’io

Sulla teoria dell’“io” in Lacan

Judith Miller

Lacan, oggi

Danièle Silvestre

Su Il Seminario. Libro II

Rosa Elena Manzetti

Abitare l’immagine

Paola Antoniotti

Immagini e realtà

Gian Paolo Caprettini

Le identità nel discorso

Joan Salinas-Rosés

Un sintomo necessario

Enrico Pascal

Io, lo specchio, i lupi

Antonella Ramassotto

Nomi

Alfredo Zenoni

Psicoanalisi versus evoluzionismo

Gabriele Lodari

Narcisismo e regressione

Antonio Di Ciaccia

L’io tra soggetto e oggetto

Tavola rotonda

Jean De Munck

Paradigma ermeneutico e paradigma sintattico

Mario Baudino

Lacan e la poesia

Sergio Giovane

“Mantenersi nell'aperto”

Freud, Lacan e la psicoanalisi

Jacques-Alain Miller

Della natura dei sembianti (1991-1992, lezione I)

Serge Cottet

Lacan e l’avvenire di Freud

Guy Trobas

Freud, Lacan: da un’alleanza logica al suo prolungamento

Eric Laurent

Due sbocchi ai due silenzi dell'inconscio freudiano

Colette Soler

A causa di Lacan

Virginio Baio, Miquel Bassols, Luis Solano, Alfredo Zenoni, Pierre-Gilles Guéguen

Una o più psicoanalisi? Perché non siamo eclettici

Chiara Mangiarotti

Alcune considerazioni sulla struttura e il funzionamento del cartel