Lacan l’italiano vol. II

Di Di Ciaccia, 2021
Ca. 2 min. de lettura

L’invito di Jacques-Alain Miller a mettere in cantiere un numero della rivista su Lacan l’Italiano ha avuto un così ampio riscontro tra i Colleghi che abbiamo dovuto raddoppiarlo. Non ne abbiamo fatto un numero doppio, ma due numeri: questo è il secondo, sebbene nemmeno con questo numero si esaurisca la panoplia di autori, opere, monumenti italiani a cui Lacan fa, qui o là, riferimento o anche solo un rapido accenno.

Apre il corteo di questo numero Galileo Galilei. Per Lacan è fondamentale il suo apporto perché è nel suo nome che viene individuato quel taglio epistemologico che permette l’emergenza della scienza moderna, condizione sine qua non per la nascita della psicoanalisi.

Poeti come Andrea Zanzotto e uomini di teatro come Carmelo Bene sono qui presi nel loro incontro o incontro mancato con Lacan. Incontro che si è avverato con quelle opere di grandi artisti in cui egli ha trovato un riscontro della sua ricerca, opere e autori che lo hanno ispirato e, diciamolo pure, deliziato. Tra questi mettiamo sicuramente il regista forse da lui più apprezzato, Federico Fellini.

Caravaggio, Bernini, Zucchi, Raffaello sono trattati nell’intervista che ha concesso Claudio Strinati. Sì, anche Raffaello, al quale Lacan si riferisce per gli affreschi della Farnesina. Da parte sua Clovis Whitfield, celebre studioso del Caravaggio, in una breve intervista precisa inoltre la differenza tra realtà e reale caravaggeschi.

La lista di artisti trattata è però ben più numerosa. Il lettore si delizierà a ritrovare le opere amate da Lacan, e, a volte, a scoprire alcune sviste, come quella che fa attribuire al Tiziano un quadro del Veronese.

Nel numero della rivista seguono dei lavori sul Seminario XIX. ... o peggio di Lacan realizzati da parte di alcuni professori e docenti dell’Università della Calabria.

La puntualizzazione di J.-A. Miller sul Nostro soggetto supposto sapere e la traduzione di un intervento di Lacan su “France Culture” coronano brillantemente questo numero 70 de La Psicoanalisi.

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