Editore: Borla

Jacques-Alain Miller (a cura di)

Borla, 2007.

L’oggetto di questa conversazione è quasi una provocazione: effetti terapeutici rapidi in psicoanalisi. Sappiamo che Freud non si rallegrava per gli effetti talvolta folgoranti dell’entrata in analisi. Sappiamo che Lacan diceva che la guarigione viene “in sovrappiù”, senza essere la fine di una cura analitica. Infine, la durata delle analisi aumenta sempre di più. Allora? Allora occorre ricordarsi che c’è l’incurabile secondo Freud, che un’analisi termina secondo Lacan, che la clinica analitica è una clinica sotto transfert, che un’interpretazione ha comunque delle incidenze e che l’etica della psicoanalisi va sostenuta, senza compromessi, di fronte alle recenti aggressioni tanto violenti quanto patetiche nei suoi riguardi.

Qui sei psicoanalisti privilegiano, per la prima volta, quello di cui abitualmente nessuno rende conto e che tuttavia accade quotidianamente: le cure che durano da tre sedute a qualche mese, di cui gli analizzanti hanno preso atto, sia che riprenderanno la cura oppure no.

Questi analisti scoprono, e noi con loro, che una “teoria dei cicli”, proposta da Jacques-Alain Miller, può essere messa alla prova. Un ciclo non è un’analisi terminata, possiede nondimeno una sua completezza: un passo è stato fatto. Di questo passo occorre rendere conto, dire in che cosa consiste, caso per caso. E’ quello che questa conversazione intraprende: la sua lettura accattivante ha delle conseguenze.