Logica della vita quotidiana

Leonarda Razzanelli

Quodlibet, 2017

Il titolo, Logica della vita quotidiana, evoca necessariamente il titolo del libro di Freud, Psicopatologia della vita quotidiana. Dalla psicopatologia alla logica, quindi. Ambedue riguardano quella che possiamo chiamare la vita dei normali esseri umani. Quello di Freud è stato, da sempre, il suo libro più letto. Ognuno poteva individuare qualcosa che lo riguardava personalmente, senza per questo ritrovarsi in una categoria diagnostica: vita quotidiana, appunto. Per Freud si trattava di un’opera divulgativa, per cui poteva considerarsi giustificato nel presentarla come un’incompleta trattazione teorica.
Il titolo del libro di Leonarda Razzanelli è, innanzitutto, un omaggio al Maestro della psicoanalisi. In secondo luogo, come il libro di Freud, si rivolge a tutti. Anche qui sarebbe vano cercare quegli indizi per cui uno potrebbe affibbiarsi una diagnosi, tranne una, tipica dell’essere umano: quella di essere colpito a tutti i livelli da una mancanza.
È una mancanza che non rivela nessuna patologia, se non quella che riguarda uno per uno coloro che chiamiamo esseri umani, nel loro essere viventi e sessuati. Freud ha descritto la fenomenologia di questa mancanza. Ha mostrato come si snoda nella vita quotidiana. Ma non ne ha dato la logica, sebbene avesse reperito il fulcro di questa mancanza nel suo famoso oggetto perduto.
Lacan, invece, ne fa la logica. O meglio, per essere precisi, diciamo che tutto l’insegnamento di Lacan è un sistematico e reiterato tentativo di farne la logica. Solo la logica, infatti, permette di chiarire in definitiva di che cosa si tratta nell’inconscio. Sebbene, in un primo tempo, Lacan avesse messo in ordine la modalità tramite cui questa mancanza si presentava, ossia tramite quelle che egli ha chiamato formazioni dell’inconscio. Successivamente, però, tratta il nucleo centrale dell’inconscio, quella parte che non è decifrabile tramite il linguaggio, poiché è un reale che è godimento.
Questo libro ci introduce ad aspetti che sono di grande importanza nella ricerca psicoanalitica. Viene presentato un Lacan continuamente in ricerca, un Lacan che si pone, innanzitutto, delle questioni, e che tenta, poi, di risolverle in modo fondato.
Prendiamo la problematica che riguarda il soggetto.
Perché ci sia un soggetto dell’inconscio occorre mettere in chiaro che cosa vuol dire soggetto, che il soggetto dell’inconscio non è quello della filosofia, che è il soggetto della scienza sebbene la scienza non faccia altro che escluderlo come soggetto del desiderio inconscio.
La psicoanalisi produce una sovversione del soggetto, ma per definire e precisare questa sovversione occorre fare riferimento a varie discipline, poiché si tratta di un sapere a cui non si accede direttamente.
Per questo motivo Lacan propone agli analisti di trovare le coordinate della propria pratica psicoanalitica facendo riferimento alla linguistica, alla logica, alla topologia e a quella che lui chiama l’antifilosofia. Questi saperi non servono agli analisti nella loro pratica. Solo l’analisi personale permette all’analista di avere quel sapere che gli permette di essere all’altezza della propria funzione. Tuttavia queste scienze sono necessarie proprio per elaborare quel sapere particolare che è il sapere dell’inconscio.
Questo libro è un’ottima introduzione ed elucidazione di alcune di queste coordinate. Il lettore troverà quelle problematiche che Lacan ha interrogato nella sua ricerca. Forse si meraviglierà del fatto che Lacan trovi, in autori così distanti dall’esperienza psicoanalitica, gli elementi per chiarire il soggetto dell’inconscio.
Per esempio quando Lacan ritrova le articolazioni simboliche necessarie per l’emergenza del soggetto dell’inconscio in autori che vanno da Cartesio a Frege, a Gödel. Il lettore troverà perché e in che modo Lacan si appoggi sulla logica matematica di George Boole e sulla teoria degli insiemi di Cantor.
Tramite Razzanelli vedremo Lacan giostrare e quasi interloquire nelle dispute che hanno caratterizzato le ricerche che toccano i fondamenti della scienza moderna.
Un capitolo particolare è dedicato alla topologia. Alla topologia delle superfici come alla topologia del nodo borromeo. Tramite le figure topologiche Lacan ha cercato di mostrare il funzionamento di quel buco centrale in cui consiste la mancanza costitutiva dell’essere umano. Lacan si serve del nodo borromeo per mostrare l’organizzazione della logica del soggetto. E chiamerà sinthomo quel modo singolare per ciascun soggetto di rapportarsi al nodo borromeo, ossia al simbolico, all’immaginario e al reale. In altri termini il sinthomo è, per ogni soggetto, il modo di scrivere in maniera personale e singolare il proprio rapporto tra l’ordine del linguaggio e il campo del reale.
Il libro mostra, con molta pazienza, ma anche con grande maestria, la declinazione di questi problemi fondamentali, necessari per tentare di sciogliere gli enigmi del funzionamento dell’inconscio freudiano e del reale del godimento.
Riscontriamo nello svolgersi di questo volume l’orientamento di Jacques-Alain Miller. E lo ritroviamo in quello che, a mio avviso, è il suo aspetto più prezioso: il fatto di mostrare l’insegnamento di Lacan nel suo progressivo movimento di scoperta della logica inconscia. Per quanto riguarda la topologia il libro della Razzanelli è una testimonianza del lavoro di Scuola su questa tematica sviluppata da Riccardo Carrabino.
Logica della vita quotidiana è, infine, il frutto della Tesi di Studi Approfonditi per ottenere la docenza presso l’Istituto freudiano. E l’Istituto freudiano ringrazia la sua Docente.

Antonio Di Ciaccia