L’isteria, la depressione e Lacan

Roberto Cavasola

Quodlibet, 2013

Questo libro di Roberto Cavasola è il risultato di una lunga esperienza: è il frutto del suo lavoro come docente dell’Istituto freudiano, com’egli stesso indica nella sua premessa; è un saggio che rende conto della quotidiana pratica clinica nella sua funzione di psichiatra di un importante ospedale pubblico della psichiatria romana e, infine, in quanto psicoanalista la cui formazione si è sviluppata ben prima della creazione della Scuola lacaniana di psicoanalisi poiché è iniziata in Francia diversi anni fa.
Si tratta di tre fili che funzionano per l’Autore come quelle cordicelle che permettono un vero e proprio annodamento, vale a dire come quegli anelli che si tengono insieme nella modalità di quello che, con Lacan, chiamiamo un nodo borromeo: tutti e tre distinti e tuttavia indispensabili nel loro annodarsi.
Questo libro ne è il risultato. O, probabilmente e lo speriamo, un primo risultato.
Il titolo stesso richiama una triade fondamentale. Titolo – non nego – che l’Autore ha costruito con una dissimmetria radicale: l’isteria, la depressione e Lacan. Che funzione ha questo nome – ossia quello di Lacan – se non il fatto di permettere un annodamento che unisce nel simbolico quel sostrato fondamentale del parlessere che è la depressione e che prende corpo nelle diverse figure dell’isteria?

Antonio Di Ciaccia