Amleto

(dal Seminario. Libro VI. Il desiderio e la sua interpretazione)

n. 5 – aprile 1989

JACQUES LACAN – Amleto: -Il canovaccio -Il desiderio della madre -Non c’è Altro dell’Altro -L’oggetto Ofelia -Il desiderio e il lutto -Fallofania
JACQUES-ALAIN MILLER – ∑ (x)
RICCARDO CARRABINO – Nota sul grafo del desiderio
PAOLA FRANCESCONI, MAURIZIO MAZZOTTI – Il desiderio della madre nelle psicosi
DOMINIQUE MILLER – Il sintomo della nevrosi ossessiva

E articoli di: MARIE FRANÇOISE DE MUNCK, MONIQUE KUSNIEREK, PIERO FELICIOTTI, VINCENZO LUCIANI, ORFEO VERDICCHIO, ALBERTO TUROLLA

Nota editoriale

Dopo aver restaurato la dimensione strutturale del complesso di Edipo e aver dimostrato l’omogeneità significante delle formazioni dell’inconscio e dell’interpretazione nei seminari precedenti, J. Lacan affronta in quello del 1958-59 la questione del desiderio.

È il momento del suo insegnamento in cui il desiderio non è più solo riferito alla dialettica del riconoscimento, ma situato appunto secondo le coordinate che fissano il soggetto in una certa dipendenza rispetto al significante. Il desiderio ne risulta quindi come l’effetto di significato inarticolabile di ogni parola, al di qua dell’alienazione del bisogno nella domanda. È il momento in cui è sottolineato il carattere fondamentalmente estraneo a ogni radice istintiva della pulsione freudiana, ricondotta a una domanda silenziosa, a ciò che resta della domanda quando non formula più alcun bisogno e il soggetto si riduce alla propria abolizione.

Il desiderio si isola allora come l’effetto sempre in movimento, metonimico, del rinvio senza sosta da significante a significante, che è causato da una mancanza nell’Altro. È essenzialmente una questione sul desiderio, che si origina nel desiderio dell’Altro.

A differenza di Edipo, che agisce prima di pensarci, senza sapere, Amleto incontra nell’Altro un sapere; al posto della mancanza, la domanda dell’Altro, di cui il fantasma ne è come l’esplicitazione supposta. Appare come la figura paradigmatica, inventata dal genio di Shakespeare, della condizione del soggetto moderno, del soggetto il cui desiderio è fissato, regolato da un certo rapporto con il proprio essere perduto di cui un “oggetto” prende il posto nel desiderio dell’Altro. Da un lato è colpevole del crimine di esistere e dall’altro l’atto gli è impossibile. Tratte dal seminario ancora inedito sul desiderio e la sua interpretazione, le sette lezioni su Amleto si situano nel filo dell’orientamento freudiano nel campo dell’arte. Sono infatti le creazioni poetiche che generano, più che non le riflettano, le creazioni psicologiche.

Alfredo Zenoni

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