n. 42 – luglio-dicembre 2007
JACQUES LACAN – Sull’esperienza della passe
JACQUES-ALAIN MILLER – La passe bis e L’inconscio reale
CARMELO LICITRA ROSA – Diario di un seduttore
MASSIMO TERMINI – DuEmme
ERIC LAURENT – Sulle testimonianze di CLR e DuEmme e La famiglia come apparato
ANTONIO DI CIACCIA – La famiglia tra la natura e la struttura
E articoli di: MARCO FOCCHI, PIERRE-GILLES GUÉGUEN, DOMENICO COSENZA, PAOLA FRANCESCONI, MAURIZIO MAZZOTTI, DANIELE MARACCI, CÉLINE MENGHI, LORETTA BIONDI, RAFFAELE CALABRIA, DANIELE BENINI
Estratto da: La trasmissione nelle generazioni
A questo numero della rivista avremmo potuto dare come titolo la trasmissione nelle generazioni. Vi si trovano infatti due modalità di trasmissione: una che riguarda quella che si realizza nelle generazioni così com’è vissuta nella nostra società attuale, un’altra che riguarda quella particolare trasmissione che produce delle generazioni di tutt’altro ordine e che avviene nell’ambito prettamente analitico.
Nel primo caso il veicolo di trasmissione è la famiglia, nonostante tutte le varianti che la nostra società ipermoderna comporta. Nel secondo caso il veicolo di trasmissione è da reperire all’interno delle Società o, come le chiamiamo noi, allievi di Lacan, Scuole di psicoanalisi.
In verità i due temi trattati – la trasmissione nella famiglia e la trasmissione nella psicoanalisi – si trovano riuniti in questo numero per una fortunosa contingenza: da un lato, lo spunto fornito dal convegno annuale della Scuola Lacaniana di Psicoanalisi sul tema delle famiglie ipermoderne e di cui volevamo riportare se non tutti almeno alcuni degli interventi e, dall’altro, la nomina di tre colleghi al titolo di AE, Analyste de l’Ecole, Analista della Scuola, il titolo più elevato e più ambito nelle Scuole dell’Associazione Mondiale di Psicoanalisi, e che si ottiene sottoponendosi a quel dispositivo inventato da Lacan con il nome di passe. Quando uno dei cartelli preposti alla passe dichiara AE un passant, costui, per tre anni, ha il compito di trasmettere alla Scuola quegli elementi clinici e teorici che la propria esperienza analitica gli ha insegnato. Prima di svilupparla dal punto di vista più strettamente epistemico, la sua testimonianza inizia sempre con la parte clinica: il nuovo AE parla di se stesso come di un caso clinico. Egli parla del proprio percorso, ne sottolinea le svolte, ne puntualizza quegli interventi che permettono di comprendere in che modo la parola ha avuto una qualche efficacia sul sintomo e infine in che modo la cura si conclude logicamente. In questo numero vengono riportate le testimonianze cliniche di due AE con il commento di Eric Laurent, Delegato generale dell’AMP.
Antonio Di Ciaccia