n. 30/31 – luglio-dicembre 2001, gennaio-giugno 2002
JACQUES LACAN………………..Atto di fondazione
ANTONIO DI CIACCIA………..Introduzione al Convegno
JUDITH MILLER………………….Jacques Lacan da Roma
MIQUEL BASSOLS………………Jacques Lacan e la psicoanalisi: una politica del reale
LUCIO RUSSO……………………..Ancora Lacan
PIER ALDO ROVATTI………….Cambiare gioco
ADAMO VERGINE………………La crisi della soggettività
GIUSEPPE MAFFEI………………Ostinarsi a non comprendere
JACQUES-ALAIN MILLER…..L’insegnamento di Jacques Lacan
STEFANO AGOSTI……………….Lacan e la parola letteraria
EMILIO GARRONI……………….La “verità” come “esemplarità”
GIACOMO MARRAMAO……..Salvare la singolarità
E interventi di: PATRICK TALBOT, ALBERTO ZUCCONI, GENNIE LEMOINE, MARIE-HÉLÈNE BROUSSE, AMELIA BARBUI, VIRGINIO BAIO, DOMINIQUE LAURENT, MAURIZIO MAZZOTTI, ERIC LAURENT, PAOLA FRANCESCONI, SERGIO DI RISIO, ROGER WARTEL, ROSA ELENA MANZETTI, CARLO VIGANO, MARCO FOCCHI, CHIARA MANGIAROTTI, GIULIANO GRAMIGNA, MASSIMO RECALCATI, ADONE BRANDALISE, CRISTINA ROSSETTO
Convegno Jacques Lacan 1901-2001
25-26 maggio 2001
Roma, San Michele a Ripa Grande
Estratto da Introduzione al convegno
Signore e signori,
sono lieto di dare inizio oggi al Convegno che la Scuola lacaniana di psicoanalisi del Campo freudiano ha organizzato qui a Roma per celebrare il centenario della nascita di Jacques Lacan.
Questo centenario segue di poco il centenario della psicoanalisi stessa, celebrato da tutti coloro che fanno riferimento alla scoperta freudiana e all’invenzione della pratica psicoanalitica. La vita di Jacques Lacan, infatti, si è svolta nello stesso arco di tempo in cui ha preso inizio e si è sviluppata la psicoanalisi.
Con Freud, Lacan è sicuramente uno dei nomi più significativi per la storia del movimento psicoanalitico. Storia che non è stata affatto indenne da problematiche, lacerazioni, ripensamenti, progressi, involuzioni e addirittura scomuniche, come quella di cui proprio Lacan fu oggetto. Tutte manifestazioni tipiche, forse, di ogni grande corrente di sapere che attraversa l’essere umano.
Lacan, personalmente, è stato come vessillo per quanti hanno visto nella psicoanalisi non solo e non tanto una teoria nuova o una nuova modalità di filosofare sull’uomo e sulla vita. Poiché la psicoanalisi non è questo. Soprattutto non lo è la psicoanalisi secondo Lacan. Si tratta invece di una scoperta, sempre da rifare, di un sapere che non si sa di sapere ma che investe l’essere che parla al di là delle sue intenzioni e del suo volere, e che lo marchia a fuoco nella carne, con il sintomo, per esempio.
La celebrazione di oggi non è dunque solo per il Lacan teorico della psicoanalisi che ha provato e riprovato a tener aperta la falla da cui è apparsa a Freud un reale finora sconosciuto, ma anche per il Lacan clinico, colui che forse meglio di nessun altro ha saputo maneggiare quello strumento impareggiabile e temibile che chiamiamo transfert.
Antonio Di Ciaccia