Jacques Lacan
Il seminario. Libro II. L’io nella teoria di Freud e nella tecnica della psicoanalisi (1954-1955)
Testo stabilito da Jacques-Alain Miller
Edizione italiana a cura di Antonio Di Ciaccia
Einaudi, 2006.
L’io nella teoria di Freud e nella tecnica della psicoanalisi è un seminario che Lacan tenne un anno dopo aver iniziato, a Roma, nel 1953, quello che chiamerà “il mio insegnamento”. Come in tutta la prima serie dei suoi Seminari, e cioè praticamente fino al 1964, Lacan si dedica alla rilettura del testo freudiano. E’ il suo ritorno a Freud. In realtà non si tratta solo di una ripresa dei punti cardine della psicoanalisi in uno studio accurato, ma di una critica altrettanto accurata che potremmo chiamare metodologica: perché il testo freudiano sia leggibile e operativamente efficace nella cura psicoanalitica, occorre che i concetti freudiani prendano posto correttamente e, per farlo, è necessario uno strumento.
Lo strumento che Lacan usa è la triade composta da immaginario, simbolico e reale. Per esempio, in questo seminario, Lacan indica chiaramente che non è la stessa cosa, e nella pratica clinica non si hanno gli stessi effetti, quando l’io è considerato sul versante immaginario e quando lo è sul versante simbolico o ancora sul versante reale, sebbene quest’ultimo concetto sarà veramente esplicitato solo più tardi. L’io di cui parla Freud è costituito a partire da identificazioni e da rapporti duali, ma è anche l’io che parla, l’io che sogna. Lacan distingue quindi l’io in quanto costruzione immaginaria , che ha valore di oggetto, dall’io in quanto soggetto che è una funzione simbolica. Parallelamente, l’inconscio non è una formazione immaginaria ma è una struttura simbolica, che Lacan sintetizza nell’aforisma “l’inconscio è strutturato come un linguaggio”.
Antonio Di Ciaccia