IRMA
Astrolabio, 1999.
Lacan immaginava una Scuola che si sarebbe dedicata a un lavoro realizzato tramite piccoli gruppi, composti da meno di dieci persone e denominati ‘cartelli’. Creò di seguito una rivista, i cui articoli non erano firmati. Senza dubbio cercava, per la psicoanalisi, un modo di elaborazione, alla maniera di Bourbaki, che fosse transindividuale. Nella collana “Studi lacaniani” saranno presentati saggi su questa linea.
Per esempio, perché non fare del commento che suscitano i testi di una “comunità di lavoro”, un secondo testo, unito ai primi? E’ il tentativo di questo volume.
Il conciliabolo riunito ad Angers esamina, talvolta nel dettaglio, dei lavori clinici sulle psicosi, selezionati dall’ “effetto di sorpresa”. Un improvvisato discorso a più voci s’innalza, rapidamente sinfonico, stecche comprese.
Esso parla, beninteso, una lingua di parrocchia, un gergo, ma sotto una luce più simpatica : qui la lingua propria alla piccola comunità facilita la comprensione “tra sé”, tanto da sciogliere la lingua di tutti, con fantasie che interessano al di fuori – anche se si deve dire “forse”.