Lacan perplesso di fronte alla traduzione giapponese dei suoi Scritti! Sicuramente altrettanto perplesso quanto un Giapponese che cercherà di leggerli! Ma se la perplessità è la stessa, i motivi sono del tutto diversi.
Il Giapponese, infatti, non vi troverà, nella traduzione degli Scritti, se non un testo che traduce un discorso in un altro discorso. Voglio dire: non solo tradotto da una lingua in un’altra, dal francese in giapponese (cosa che deve essere di una difficoltà spaventosa), ma tradotto dal discorso analitico in un altro discorso. In questo caso il traduttore-traditore snatura, volens nolens, il discorso analitico stesso, come fece notare Lacan nel suo Seminario XVII. Il rovescio della psicoanalisi a proposito della “traduzione”(!) effettuata da Serge Leclaire di un’espressione chiave dell’insegnamento di Lacan, tradotta dal discorso analitico nel discorso universitario, e quindi tradito.