Author page: lorenzodiciaccia

La Psicoanalisi n. 66 – L’inconscio e il cervello: niente in comune

Sulla conferenza di Lacan al Grande Oriente di Francia
Lacan, il 25 aprile 1969, tenne una conferenza al Grande Oriente di Francia.[1] E di che parla?
Credo che l’assemblea dei Frammassoni francesi sia rimasta di stucco come qualche anno prima l’assemblea dei Cattolici riuniti a Bruxelles: Lacan parla della sua versione dell'”ama il prossimo tuo come te stesso”, come conclusione – conclusione anche politica – dell’esperienza analitica.
Ai Frammassoni dice: “Egli [il soggetto] si soddisfa di questo vuoto [prodotto dall’operazione analitica] dove può amare il prossimo suo, poiché è là che trova questo vuoto come se stesso, e che può amarlo solo così”.

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L’inconscio del bambino

Il bambino rappresenta oggi un meraviglioso ideale. Quando però non soddisfa più le aspettative dei genitori, crea problemi.
Le tecniche comportamentali riducono il sintomo a una disfunzione, mentre la psicoanalisi gli attribuisce una dimensione di verità e lo recepisce come una manifestazione dell’inconscio. Cos’è l’inconscio del bambino? Cosa ci dice sul posto del bambino all’interno della sua famiglia?
Lo psicoanalista invit

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Amore domanda amore… Encore

Perché le cose fra uomini e donne sono così complesse? Il nostro tempo ce ne parla più che mai.
In questo volume si affronta il problema a partire dalla tavola rotonda La voce e il suo mistero con Romeo Castellucci, Piersandra Di Matteo, Marie-Hélène Brousse, Antonio Di Ciaccia. Rappresentanti di eccellenza del teatro contemporaneo che, in un serrato simposio, trattano con analisti di un tema, oggetto prezioso e fondamentale per la clinica lacaniana.
Al commento al Seminario XX. Ancora di J. Lacan seguono le cinque magistrali lezioni tenute da A. Di Ciaccia, S. Cottet, M.-H. Brousse, P. Monribot, C. Menghi.

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Clinica delle passioni

Se una passione ci prende, ci afferra, è perché siamo appassionati da qualcosa. Ma da cosa esattamente? Ecco il punto. Un fondamentale nodo soggettivo lega e stringe gli affetti all’inconscio e ai destini della pulsione. E il suo avvicinamento, la sua esplorazione, la sua riformulazione nello svolgimento dell’esperienza analitica è quanto costituisce il tema centrale del libro.
Dalla vergogna alla colpa, dall’amore all’odio, dal malumore alla tristezza e altri ancora, senza dimenticare il luogo cruciale dell’angoscia: è nel variegato campo degli affetti che Lacan introduce il concetto di passione, smarcandosi al tempo stesso da quello di emozione.

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Logica della vita quotidiana

Il titolo, Logica della vita quotidiana, evoca necessariamente il titolo del libro di Freud, Psicopatologia della vita quotidiana. Dalla psicopatologia alla logica, quindi. Ambedue riguardano quella che possiamo chiamare la vita dei normali esseri umani. Quello di Freud è stato, da sempre, il suo libro più letto. Ognuno poteva individuare qualcosa che lo riguardava personalmente, senza per questo ritrovarsi in una categoria diagnostica: vita quotidiana, appunto. Per Freud si trattava di un’opera divulgativa, per cui poteva considerarsi giustificato nel presentarla come un’incompleta trattazione teorica.

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Il discorso dei discorsi

È possibile costituire un discorso che non abbia origine dal sembiante ma dal reale? È la questione interrogata da Lacan nel Seminario XVIII, Di un discorso che non sarebbe del sembiante, di cui questo volume – il IV della Collana –  riunisce le lezioni di commento al testo che si sono tenute all’Antenna di Rimini, nell’anno accademico 2010/2011.
Il Seminario XVIII, del 1971, rappresenta, nell’insegnamento di Lacan, uno di quei momenti particolarmente fecondi e fondativi, in quanto la ricerca in cui Lacan avanza, in quell’anno – sia riguardo alla questione della singolarità del godimento femminile rispetto a quello maschile, che alla funzione della scrittura, di cui evidenzia la differenza rispetto alla parola e al linguaggio – precede e prepara la svolta che troverà il suo punto di conclusione logica, due anni dopo, nel Seminario XX, Ancora, con la scrittura delle formule della sessuazione.

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Ciò che non inganna

Dedicato al  Seminario X di J. Lacan “L’angoscia”, tenuto negli anni 1962-1963, questo è il terzo volume della collana promossa dall’Antenna del Campo freudiano di Rimini.
Il concetto di angoscia è quanto mai pertinente all’attualità del vivere di ciascuno. Oggi, in un tempo in cui Godere è un imperativo, ogni campo è tanto mobilitato a negare fino a neutralizzare questo affetto, da mortificarsi nel mare degli oggetti di consumo. Lacan, proprio nell’affrontare il problema dell’angoscia, ne coglie il suo aspetto positivo: essa è la via privilegiata per accedere al reale, a quell’al di là del significante che si fa “resto”: egli lo chiama oggetto a. L’oggetto che causa il desiderio.

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Io, la verità parlo

Avevo desiderato rendermi conto se un sapere così complesso come quello di Lacan, non rimanesse una pura elucubrazione sulla scoperta freudiana, ma potesse diventare veramente linfa per uno psicoanalista nel suo lavoro quotidiano.
mi sembra poter rispondere che in questo libro questa linfa la si percepisce, viene in superficie come un amalgama che risulta dagli interessi della teoria psicoanalitica letta secondo l’insegnamento di Lacan, seguendo le indicazioni di colui che Lacan aveva chiamato il suo “unico lettore” ossia Jacques-Alain Miller, e dalle implicazioni che richiede la pratica clinica.

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Autismo

Autismo. A ciascuno il suo genoma: ecco un piccolo libro che tratta in modo preciso e rapido di un punto caldo dell’incontro-scontro tra due saperi che si delineano come il sapere della genetica e il sapere della psicoanalisi.
La tematica presa in considerazione è di una grande importanza teorica ma, soprattutto, di una cocente, straziante realtà umana, che coinvolge non solo dei soggetti che soffrono di autismo, ma anche il loro ambiente e soprattutto le loro famiglie.
Gli Autori sono le persone più qualificate per intervenire in questo dibattito: Ariane Giacobino, in qualità di medico, docente dell’Università di Ginevra, membro delle Società svizzera, europea e americana di genetica umana, si è specializzata nelle ricerche di punta della genetica, in particolar modo degli effetti dell’ambiente sul genoma; e François Ansermet, psicoanalista della Scuola di Lacan, nonché professore dell’Università di Ginevra dove è primario psichiatra dell’Ospedale universitario. Con Pierre Magistretti, noto neurologo svizzero, François Ansermet ha pubblicato diversi volumi, tradotti anche in italiano, sui problemi relativi ai rapporti tra le neuroscienze e la psicoanalisi.

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