Lucilla Albano e Veronica Pravadelli (a cura di)
Quodlibet, 2008.
Il volume raccoglie gli atti del convegno internazionale di Cinema e Psicoanalisi che si è svolto a Roma nell’ottobre 2006 con l’intento di riunire studiosi, soprattutto di cinema, e psicoanalisi (in questo caso due psicoanaliste) e di contribuire a un significativo passo in avanti rispetto a un campo della teoria del cinema e dell’interpretazione del film – quello psicoanalitico – sempre più importante e produttivo.
Quanto il paradigma interpretativo della psicoanalisi sia ricco e fecondo per le prospettive di studio nei confronti del cinema ce lo testimoniano la pluralità dei saggi qui presenti. Gli interventi indagano infatti le questioni riguardanti il dispositivo cinematografico, le teorie sul rapporto tra schermo e spettatore/spettatrice, le riflessioni sul cinema come produzione artificiale di una serie di processi psichici quale il sogno, l’ipnosi, l’identificazione, il feticismo e il voyeurismo.
L’interpretazione psicoanalitica viene inoltre sviluppata tramite l’analisi di alcuni film del periodo muto, classico e moderno: Mabuse di Fritz Lang, Svengali di Archie Mayo, Niente di nuovo sul fronte occidentale di Lewis Milestone, Sinfonia d’autunno di Ingmar Barman, In the Cut di Jane Campion, Belle de jour di Manoel de Oliviera e Niente da nascondere di Michael Haneke.