Judith è scomparsa nella notte tra il 6 e il 7 dicembre 2017.
Judith era figlia di Jacques Lacan.
Judith era la moglie di Jacques-Alain Miller.
Ma Judith era un vero e proprio motore per il Campo freudiano perché sapeva causare del desiderio per la Cosa freudiana.
Qui di seguito  pubblichiamo il suo intervento al IX Congresso dell’Associazione Mondiale di Psicoanalisi, Un reale per il XXI secolo, il 14 aprile 2014Questo intervento è pubblicato nel volume Aggiornamento sul reale, nel XXI secolo, Roma, Alpes, 2015.

 

Far fronte al reale

È per me un onore essere qui oggi per potervi dire: “Benvenuti al Convegno dell’AMP”.

Il suo tema mi costringe a mettere le cose in chiaro, ed è difficile per me contribuirvi.

Alcuni di voi sanno che quest’anno non ho potuto viaggiare. Ho dovuto annullare la mia partecipazione a ENAPOL, che ha avuto luogo a Buenos Aires, come anche alle giornate dell’ELP di Barcellona.

Tutto ciò, mio malgrado. Retroattivamente ho dovuto rendermi conto di aver avuto la fortuna di non essermi mai dovuta preoccupare, fino ad ora, della mia salute. L’ho appreso molto tardi, nell’agosto del 2012, quando “la mia scoliosi mi ha riacciuffata”, come mi ha detto carinamente Jacques-Alain. Non è divertente, né per lui, né per me, né per nessuna delle persone con cui ho avuto il piacere di lavorare.

Ho comunque dovuto accettare questo impedimento. È stato difficile, nonostante la generosità dei miei amici e colleghi, e malgrado la gentilezza di tutti i miei familiari.

In questa situazione vedo solo due vantaggi. In primo luogo, mi ha reso evidente che nessuno è indispensabile. Essere responsabile vuol dire tenerne conto, e sul serio. Il che significa proiettarsi verso il futuro. Occorre trovare chi saprà dare il cambio, e in nessun modo lavarsene le mani. Fare posto ai giovani è il primo vantaggio che riscontro nella situazione in cui mi trovo.

Ammetterò ora il secondo vantaggio che questa situazione mi ha portato. Da sola, sicuramente non sarei riuscita a prenderla a cuor leggero. Per faire avec, come diciamo nella nostra AMP, per sbrogliarmela con questo reale, mi sono rivolta al discorso analitico. In ultima istanza è per questo discorso che ho vissuto, ma finora non ne avevo avuto esperienza concreta. La situazione in cui mi trovo mi ha portata a superare tutti i motivi che me ne avevano tenuta lontana, e mi sono rivolta a un analista, di cui ho piena fiducia, per affidargli le mie cose.

Allora, il discorso analitico, nel mio caso, servirebbe solo a farmi accettare ciò che mi era insopportabile? In altri termini, a farmi rassegnare? Vedremo quel che sarà…

Mi ci sono messa assai tardi. E mai avrei immaginato di parlare di me a qualcuno, senza reticenze.

So che molti di coloro che si sono rivolti a un analista hanno una gioia di vivere, malgrado le proprie situazioni avverse, a nessun’altra paragonabile. Penso in particolare al modo in cui la nostra collega Viviane Marini-Gaumont si è aggrappata alla vita fino all’ultimo, senza mai lamentarsi di niente. So anche che siamo tutti mortali – per fortuna, diceva Jacques Lacan, che lo sappiamo.

Ne sono pienamente convinta, ed è una parola che mi è stata per lungo tempo preziosa. Mi resta ancora tanto da imparare, e ho validi motivi personali, lo vedete, per aspettarmi che questo Congresso dell’AMP mi illumini sul reale.

Noi facciamo appello al reale sotto diverse modalità: queste sono riducibili o no a una significazione maggiore? al non-rapporto sessuale? al marchio de lalingua sul corpo di ognuno, nella sua contingenza? Si tratta solo di un interrogativo di qualcuno formato alla filosofia? Sarà o non sarà invalidato da questo Congresso?

Ringrazio Guy Briole e Leonardo Gorostiza di avermi invitata a parlare all’apertura di questo Congresso, da cui mi attendo molto. Ringrazio voi della vostra presenza così come della vostra attenta partecipazione.

Judith Miller