Editore: Quodlibet

Jacques-Alain Miller (a cura di)

Quodlibet, 2007.

La psicoanalisi è stata sovente presa di mira, criticata, attaccata. Tra i suoi numerosi detrattori bisogna annoverare gli autori di un voluminoso libro pubblicato prima in Francia e ora in Italia, Il libro nero della psicoanalisi, il cui obiettivo esplicito – tramite una polemica talmente veemente da risultare a tratti persino rozza – è screditare la teoria freudiana destituendola di ogni valore autenticamente epistemico e clinico.

L’anti-libro nero è la risposta a tale attacco; uscito a cura di Jacques-Alain Miller (a cui Lacan lasciò la cura di tutta la sua opera, scritta e orale) viene ora presentato con l’aggiunta di alcuni significativi contributi di studiosi italiani e con un intervento della più autorevole esperta francese di storia della psicoanalisi, psicoanalista a sua volta, Elisabeth Roudinesco.

Il contrattacco ci consente di vedere in controluce la reale posta in gioco in questa polemica: gli autori del Libro nero, infatti, non sono che i portabandiera delle terapie cognitivo-comportamentali, e attraverso queste, e attaccando la psicoanalisi, assecondano la tentazione di ogni burocrazia e di ogni Stato di appoggiarsi a metodi quantitativi, a statistiche e a valutazioni “scientifiche” capaci di offrire regolamentazioni con cui far funzionare l’apparato sociale. Se questo è comprensibile in tanti settori della vita umana, è invece assurdo e paradossale in altri campi che investono l’essere umano nel suo intimo più profondo, là dove egli non è più solo un numero da educare o riadattare, ma un soggetto, con la sua parte di inconscio da riconoscere ed eventualmente curare. Quello della mente, come quello dell’amore e della fede, è uno di questi campi. Esso esige un’attenzione e un rispetto particolari, in grado di tener conto della dimensione di un “altrove”, che lo si chiami “inconscio”, “grande Altro”, “mistero” o “Dio”.

Antonio Di Ciaccia